Dirigente accompagnatore Dario Meneghini
Dirigente accompagnatore Massimo Romagnoli
Dirigente accompagnatore Delfino Savino
Giocatori:
Riccardo Conti PORTIERE
Antonio Sportiello DIFENSORE
Filippo Pascarella DIFENSORE
Manuele Termini DIFENSORE
Alessandro Delfino CENTROCAMPISTA
Diego Meneghini CENTROCAMPISTA
Daniele Tota CENTROCAMPISTA
Alessandro Tota CENTROCAMPISTA
Samuel Romagnoli CENTROCAMPISTA
Davide Morucchio CENTROCAMPISTA
Andrea Cannella ATTACCANTE
Alberto Atzori ATTACCANTE
lunedì 1 marzo 2010
Lo stretching
Nel 1980, in seguito alla pubblicazione e diffusione del libro di Bob Anderson, gli esercizi di stretching (allungamento muscolare statico) sono stati inseriti nelle routine di allenamento di pressoché tutte le discipline sportive. Le motivazioni di Anderson nel sostenere la validità dello stretching si basano essenzialmente su un’osservazione: se si vuol ottenere un allungamento della muscolatura prima dello sforzo, si devono evitare esercizi di rimbalzo perché in questo modo le strutture nervose periferiche (fusi neuromuscolari), registrando una brusca variazione di tensione e lunghezza, tendono ad accorciare la muscolatura per difenderla. Contrariamente, assumendo una posizione statica al limite della soglia della tensione avvertita si abituano le medesime strutture ad un incremento in lunghezza delle fibre muscolari. Gli esercizi di allungamento sono particolarmente utili nelle situazioni cliniche quando in seguito all’immobilizzazione di un arto o di una articolazione i tessuti molli si accorciano e con opportune procedure (spesso PNF) assistite (fisioterapista) vengono gradualmente riportati nelle condizioni iniziali cioè quelle che esistevano prima dell’infortunio. Lo stretching è consigliato per le persone anziane che si dedicano ad un’attività fisica moderata perché l’esercizio “dolce” è più adatto ad una muscolatura resa meno elastica e reattiva a causa dell’età. E nello sport agonistico ? Va precisato che gli argomenti a favore sono supportati da deduzioni scientifiche corrette e da esperienze pratiche ma non da studi rigorosi e che i pochi in circolazione fino al 2000 erano estremamente carenti.
Nel corso degli anni si sono attribuite a questa tipologia di esercizio numerose proprietà:
la riduzione del rischio di incidenti muscolari, se praticata prima dell’allenamento
la riduzione dell’indolenzimento muscolare, se praticata dopo l’allenamento o la gara
una sensazione di un accresciuto benessere e rilassamento
un incremento della forza esplosiva del muscolo e della mobilità articolare.
Nel corso degli ultimi dieci anni sono state pubblicate numerose ricerche sull’argomento che hanno analizzato i punti di cui sopra. Ultima in ordine di tempo ed assai completa riguarda 2388 atleti agonisti distribuiti tra Australia, Norvegia e Stati Uniti e specialisti dell’atletica, del ciclismo del calcio e del nuoto.
I risultati sono stati pubblicati nell’agosto 2008 e si possono tradurre in alcune osservazioni pratiche:
Gli esercizi di stretching prima dell’allenamento o della competizione non hanno alcuna efficacia preventiva sul rischio d’infortunio.
Gli esercizi svolti dopo l’allenamento non riducono il dolore da affaticamento sia che vengano effettuati subito dopo l’allenamento che nei giorni successivi.
Gli esercizi effettuati prima della gara non migliorano la prestazione.
Solo su periodi lunghi possono portare ad un miglioramento dell’estensibilità muscolare.
Questa condizione è più utile in alcune discipline come la ginnastica artistica, la danza, i tuffi, mentre è meno determinante nel calcio nel basket o nella pallavolo.
Nessuno è in grado di dire quale sia lo stato di flessibilità più congeniale alle diverse discipline.
Lo stretching non è una componente indispensabile nella fase di riscaldamento, tuttavia può essere, individualmente, un utile componente aggiuntiva.
Gli esercizi di allungamento statico effettuati dopo un intenso lavoro muscolare (partita o allenamento) non facilitano il drenaggio muscolare a causa del tipo di compressione che innescano localmente. La muscolatura immediatamente dopo essere stata sottoposta a tensioni violente e ripetute può presentare delle microlesioni diffuse. Se si eseguono esercizi di allungamento statico è possibile provocare un aumento delle piccole interruzioni del tessuto muscolare causando una contrazione riflessa di difesa, il contrario di quanto si vuole ottenere
Nel corso degli anni si sono attribuite a questa tipologia di esercizio numerose proprietà:
la riduzione del rischio di incidenti muscolari, se praticata prima dell’allenamento
la riduzione dell’indolenzimento muscolare, se praticata dopo l’allenamento o la gara
una sensazione di un accresciuto benessere e rilassamento
un incremento della forza esplosiva del muscolo e della mobilità articolare.
Nel corso degli ultimi dieci anni sono state pubblicate numerose ricerche sull’argomento che hanno analizzato i punti di cui sopra. Ultima in ordine di tempo ed assai completa riguarda 2388 atleti agonisti distribuiti tra Australia, Norvegia e Stati Uniti e specialisti dell’atletica, del ciclismo del calcio e del nuoto.
I risultati sono stati pubblicati nell’agosto 2008 e si possono tradurre in alcune osservazioni pratiche:
Gli esercizi di stretching prima dell’allenamento o della competizione non hanno alcuna efficacia preventiva sul rischio d’infortunio.
Gli esercizi svolti dopo l’allenamento non riducono il dolore da affaticamento sia che vengano effettuati subito dopo l’allenamento che nei giorni successivi.
Gli esercizi effettuati prima della gara non migliorano la prestazione.
Solo su periodi lunghi possono portare ad un miglioramento dell’estensibilità muscolare.
Questa condizione è più utile in alcune discipline come la ginnastica artistica, la danza, i tuffi, mentre è meno determinante nel calcio nel basket o nella pallavolo.
Nessuno è in grado di dire quale sia lo stato di flessibilità più congeniale alle diverse discipline.
Lo stretching non è una componente indispensabile nella fase di riscaldamento, tuttavia può essere, individualmente, un utile componente aggiuntiva.
Gli esercizi di allungamento statico effettuati dopo un intenso lavoro muscolare (partita o allenamento) non facilitano il drenaggio muscolare a causa del tipo di compressione che innescano localmente. La muscolatura immediatamente dopo essere stata sottoposta a tensioni violente e ripetute può presentare delle microlesioni diffuse. Se si eseguono esercizi di allungamento statico è possibile provocare un aumento delle piccole interruzioni del tessuto muscolare causando una contrazione riflessa di difesa, il contrario di quanto si vuole ottenere
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